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Accadde oggi: 7/10/1965: Salvatore Burruni vs Katsuyoshi Takayama
di Gabriele Fradeani
Sul ring della sala del Kuramae del Kokugikan, alla presenza di oltre settemila spettatori, il nostro Salvatore Burruni subisce la seconda sconfitta consecutiva, la prima contro Horacio Accavallo allo Estadio Luna Park di Buenos Aires. Un verdetto scandaloso dichiarò il manager Branchini anche se le cronache del tempo riportano di un match abbastanza equilibrato in cui il verdetto sarebbe potuto andare legittimamente in entrambe le direzioni. Scandaloso sicuramente invece il punteggio: 50 a 43 per l’arbitro Toyama, 49 a 44 per il giudice Yoshyda, 50 a 44 per il giudice Hugo; punteggio che denotava l’intenzione della giuria di partire con il verdetto già scritto a meno che il nostro pugile non avesse prevalso prima del limite e ciò non accadde. Takayama, ventunenne, forte della sua giovinezza e molto più veloce dell’italiano è partito subito all’attacco, sostenuto a gran voce dal pubblico, con lunghe serie di colpi alternati al volto ed al bersaglio grosso per poi sottrarsi alle reazioni di Burruni . Nella terza ripresa l’italiano riusciva ad agganciare l’avversario che, pur replicando, doveva pedalare all’indietro dimostrando chiaramente di non gradire i colpi dell’avversario. Nella stessa ripresa, sul finire, Burruni scivolava e toccava il tappeto ma l’arbitro ignorando le proteste di Branchini e dello stesso pugile lo contava. Nelle due riprese seguenti era ancora Takayama a prevalere su un Burruni piuttosto lento e forse disorientato dalla guardia mancina dell’avversario. Fino alla sesta ripresa quindi il giapponese era in netto vantaggio ma dalla settima le cose cambiavano con l’italiano sovente a segno con colpi al corpo che in qualche caso erano chiaramente sentiti. E da qui alla fine del match la superiorità di Burruni si faceva sempre più evidente anche se Takayama replicava ostinatamente colpo su colpo. Alla fine il più provato era sicuramente il giapponese ed al verdetto Branchini, che è sempre stato molto compito, non ha lesinato il suo disappunto. Parco di parole invece Burruni che lapidariamente si è limitato a dire “ha belle doti: si farà”. Nel prosieguo Takayama incontrerà, l’anno seguente per il titolo mondiale Hocacio Accavallo ma ne uscirà sconfitto.